Ebbene sì, la zucca è un frutto, anche se è considerato un ortaggio in quanto viene cucinato come verdura. Vale la pena ricordare la differenza: un frutto nasce dall’impollinazione del fiore di un pianta, e contiene dei semi; ciò che invece è prodotto dalle foglie, dal fusto o dalla radice di una pianta si definisce ortaggio o verdura. Nel linguaggio comune la differenza tra frutta e verdura è abitualmente riferita all’impiego e alle consuetudini alimentari.
Le origini
Il genere Lagenaria è conosciuto sin dalle prime civiltà del Mediterraneo e del vicino Oriente. Ne parlano gli storici romani Plinio e soprattutto Columella nel suo De re rustica, vera enciclopedia dell’agricoltura dell’età antica.
Dalle Americhe proviene invece la zucca del genere Cucurbita, che si diffonde in Europa, insieme alla patata e al pomodoro, solo a partire dal Cinquecento.
Un alimento povero… ma ricco
Come ogni frutto o ortaggio di colore giallo-arancione, la zucca è ricca di betacarotene, di vitamina A, di vitamina C in grande quantità, di minerali quali potassio, calcio, fosforo, e di molte fibre.
proprietà nutrizionali | per 100 gr di prodotto |
proteine totali | 0,60 gr |
lipidi totali | assenti |
glucidi totali | 3,40 gr |
amido | 0,70 gr |
glucidi solubili | 2,70 gr |
energia | 15 Kcal |
fibra alimentare | 1,30 gr |
colesterolo | assente |
calcio | 20 mg |
ferro | 0,90 mg |
sodio | 1 mg |
potassio | 202 mg |
fosforo | 40 mg |
vitamina B1 | 0,03 mg |
vitamina B2 | 0,02 mg |
vitamina A | 599 mcg |
vitamina PP | 0,50 mg |
vitamina C | 9 mg |
Sin dal passato la zucca è stata presente nel bagaglio alimentare di base dei ceti più poveri. Tuttora fra la popolazione del continente americano il mais, i fagioli e la zucca sono ricordati come “le tre sorelle”.
In Italia nel linguaggio popolare era il “maiale dei poveri”: di poco costo, saporita, indicata per le più svariate prepazioni, come zuppe, confetture, ravioli, dolciumi, oltreché naturalmente contorno a cibi più ricchi. Contenendo il 94% di acqua ed essendo ricca di fibra, produce un rapido effetto di sazietà che smorza la fame. Anche per questo, al giorno d’oggi per il suo basso apporto calorico (18 calorie/100gr) e i suoi effetti diuretici e rinfrescanti è consigliata per le diete dimagranti.
Sono da sottolineare, oltre a quelle organolettiche e nutrizionali, anche le proprietà terapeutiche della zucca, note già da secoli alla medicina popolare e oggi indagate, riscoperte e confermate da recenti studi scientifici e riscontri clinici. Si sa da sempre che la zucca è rinfrescante, attiva le funzioni intestinali, ha effetti sedativi, antinfiammatori e blandamente lassativi.
Un tempo si ricorreva a impiastri a base di polpa di zucca per lenire le infiammazioni e le bruciature della pelle, e per far sfogare gli ascessi. I semi pestati nel mortaio e mescolati all’olio di mandorla dolce curavano gli inestetismi della pelle e decoloravano le lentiggini. Da inizio Ottocento divenne la miglior cura, se non l’unica, per debellare il verme solitario e combattere la eccessiva proliferazione dei parassiti intestinali.
Oggi la scienza medica sottolinea inoltre quanto i complessi vitaminici presenti nella zucca riducano, con la loro azione antiossidante, i rischi di infarto e l’insorgenza di disturbi cardio-vascolari. La si raccomanda ai diabetici perché in grado di ridurre il tasso di zucchero nel sangue.
La zucca da vino…
Ma questo frutto non è solo cibo o medicamento. Alcune varietà della Lagenaria a maturazione completata mostrano una buccia durissima e la quasi totale assenza di polpa, ideali dunque per ottenere, una volta svuotate e levigate all’interno, recipienti pratici e leggeri, impermeabili, di poco ingombro, buoni per i lavori dei campi o come riserva durante una marcia o un trasferimento. Ecco dunque la borraccia o il fiasco. Proprio per questo la zucca Lagenaria è detta anche “da vino”, capace di mantenerlo fresco senza alterarne le qualità.
La fiaschetta per l’acqua è indispensabile risorsa per il pellegrino nell’andare lontano per fatiganti impervi sentieri: appesa al bordone, è l’elemento iconografico che identifica san Giacomo, protettore dei viandanti sin dal Medio Evo lungo il Cammino di Santiago (che da lui prese il nome) fino alla fine della terra di Galizia, di fronte all’Atlantico.
E non solo acqua o vino: contenitori simili ma di maggior grandezza venivano usati per il sale, il latte, i cereali. Sfruttando le diverse forme e dimensioni, ancor oggi molti prodotti di uso domestico tipici della cultura materiale di molti paesi, specialmente del Sud del mondo, derivano dalle zucche essiccate e lavorate: tazze, bicchieri, ciotole, tabacchiere, insalatiere.
… e non solo
Un’altra varietà di Lagenaria, le zucche chiamate Calabash, non solo sono usate come contenitori di liquidi, ma quelle dall’aspetto più regolare e simmetrico si trasformano addirittura in strumenti musicali: ecco le maracas sudamericane.
E ancora, quelle di forma allungata e ricurva diventano pipe: unitevi un bocchino di bachelite fissato con un elegante anello di metallo e avrete la pipa di Sherlock Holmes, compagna inseparabile di ogni investigazione.
Svuotatela e metteteci una candela al centro: avrete una lanterna.
Se poi intagliate la scorza, ci fate dei buchi che richiamino i tratti di un volto, richiudete con la calotta superiore così che la luce della candela esalti la sagoma, avrete un Jack-o’-lantern, una zucca di Halloween.
E a proposito di favole, se chiedete a Cenerentola cosa ne pensa delle zucche, ne avrete un parere entusiastico: ha contribuito a trasformarla da sguattera a principessa, trasformandosi magicamente da oggetto plebeo nella sontuosa carrozza che la condurrà a palazzo…
Le ricette
La zucca cucinata al forno resta a mio giudizio la migliore. Ma che dire delle zuppe? E della classica minestra zucca e riso? E come dimenticare i ravioli di zucca emiliani, quelli mantovani soprattutto? Insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta: su, mangiate, non fate gli zucconi!…