Il fosfato di ossa, identificato con la sigla E542, è un additivo alimentare di origine animale, utilizzato in modo limitato ma controverso. Il suo impiego è prevalentemente tecnico e non legato al sapore o all’aspetto del cibo, quanto piuttosto a esigenze di stabilizzazione e fluidità di alcuni prodotti in polvere o compressi.
Sebbene oggi sia poco comune, la sua presenza solleva questioni di trasparenza, sicurezza e origine etica, specialmente per chi segue diete vegetariane o vegane.
Origine e produzione
L’E542 si ottiene dalle ossa animali, generalmente bovine o suine, sottoposte a calcinazione e trattamento chimico per estrarne i fosfati di calcio. Le ossa vengono pulite, essiccate, riscaldate ad alte temperature e poi trasformate in polvere fine. Da questa si ricava un composto contenente fosfato di calcio e altri sali minerali, che viene poi purificato e destinato all’uso alimentare o farmaceutico.
A differenza di altri additivi simili di origine minerale (come l’E341, fosfato di calcio di sintesi), l’E542 conserva la derivazione animale, motivo per cui non è accettato in prodotti vegani o vegetariani.
Funzioni principali
Il fosfato di ossa è classificato come agente antiagglomerante e stabilizzante. Le sue funzioni più comuni sono:
- Mantenere la scorrevolezza delle polveri alimentari (es. spezie, prodotti solubili)
- Impedire la formazione di grumi
- Stabilizzare miscele solide o in polvere
- Facilitare la compressione di integratori e farmaci in pastiglie
In passato era utilizzato anche in preparati dietetici e polveri solubili, ma oggi è sempre più sostituito da additivi minerali o vegetali.
Settori e prodotti in cui può trovarsi
- Integratori alimentari in compresse o capsule
- Polveri istantanee (bevande, preparati solubili)
- Alimenti per animali (in alcuni casi)
- In rarissimi casi, prodotti da forno o dolciari industriali
Nel settore alimentare umano europeo, il suo uso è ormai molto limitato. In molti casi, l’industria preferisce additivi di origine minerale (come E341 o E551) o vegetale (amidi modificati, cellulosa microcristallina).
Potrebbe essere positivo l’uso nei farmaci
In alcuni integratori minerali e vitaminici, l’E542 è stato utilizzato per migliorare la compattezza e stabilità delle pastiglie, assicurando che non si sgretolino o si aggreghino. Dal punto di vista tecnico, il suo ruolo è efficace: garantisce una buona conservazione del prodotto e una dissoluzione controllata.
Inaccettabile per questioni etiche, religiose e culturali
L’impiego dell’E542 in alimenti di largo consumo o in prodotti che non lo richiedono realmente è stato criticato. In questi casi, la sua funzione è spesso marginale, ma la sua presenza compromette la trasparenza verso il consumatore, poiché deriva da ossa animali non sempre dichiarate chiaramente in etichetta.
Questo solleva questioni etiche, religiose e culturali, rendendo il prodotto inaccettabile per persone vegane, vegetariane, o appartenenti a confessioni che vietano il consumo di carne suina o bovina non certificata.
Possibili rischi per la salute
Non esistono prove di tossicità diretta per l’organismo umano. I fosfati di calcio sono presenti naturalmente nel corpo e in molti alimenti, e sono considerati sicuri dal punto di vista chimico. Tuttavia:
- L’origine animale può comportare rischi microbiologici se la lavorazione non è eseguita correttamente (rischio oggi raro ma storicamente documentato).
- L’assunzione eccessiva di fosfati, da fonti alimentari o additivi, può alterare il metabolismo del calcio e del fosforo, soprattutto in persone con problemi renali o metabolici.
- Non è considerato necessario né utile dal punto di vista nutrizionale.
Soprattutto è evitabile?
Sì, totalmente. Le sue funzioni tecniche possono essere svolte egregiamente da alternative minerali o vegetali, più sicure e accettabili sotto il profilo etico:
- E341 – Fosfato di calcio (di sintesi)
- E551 – Biossido di silicio
- E460 – Cellulosa microcristallina
- Amidi naturali modificati o farine di riso
Per questo motivo, molte aziende hanno progressivamente abbandonato l’uso dell’E542, sia per motivi etici che per la scarsa necessità tecnologica.
Alcuni possono essere di origine animale o vegetale, ma l’etichetta non lo specifica:
| Pregi | Difetti |
|---|---|
| Efficace come agente antiagglomerante | Derivazione animale (eticamente controversa) |
| Economico da produrre | Incompatibile con alimentazione vegana e vegetariana |
| Chimicamente stabile | Nessun valore nutrizionale |
| Facilmente sostituibile da alternative più sostenibili |
Quindi per concludere
L’E542 – fosfato di ossa – rappresenta uno degli additivi più discussi e ormai quasi obsoleti dell’industria alimentare. Se in passato poteva avere una funzione tecnica utile, oggi risulta eticamente inaccettabile e tecnologicamente superfluo. La sua origine animale ne limita l’accettazione nei mercati più sensibili alle tematiche ambientali, religiose e di benessere animale.
Per i consumatori consapevoli, la sua presenza in etichetta dovrebbe essere considerata un segnale di prodotto industriale poco aggiornato o di scarsa trasparenza. In un contesto in cui la sostenibilità e l’etica alimentare stanno diventando priorità, l’E542 appare come un residuo del passato destinato a scomparire dalle nostre tavole.
E542 e la paura della “mucca pazza”, riassunto e analisi di cosa è successo.
1) Le misure introdotte dopo l’epidemia di BSE
Dopo lo scoppio dell’epidemia di BSE (bovine spongiform encephalopathy, “mucca pazza”) negli anni ’80-’90, l’Unione Europea e molti Paesi adottarono misure molto restrittive sul materiale osseo e sui prodotti a base di carne e ossa. Queste misure includevano il divieto di impiego di farine di carne e ossa (meat and bone meal, MBM) nell’alimentazione dei ruminanti e restrizioni sulla lavorazione e immissione in commercio di alcuni derivati ossei, per interrompere la via di trasmissione della malattia. Tali misure sono documentate nella normativa e nelle sintesi dell’UE sullo stato della BSE. Fonte
2) Il divieto su MBM e le regolamentazioni nazionali
Il divieto di impiego di MBM come mangime per ruminanti divenne generalizzato (anni ’90 e 2000) e in alcuni Paesi furono adottate regole addizionali — ad esempio il Regno Unito introdusse normative specifiche sulle ossa bovine (Beef Bones Regulations 1997). Queste restrizioni hanno riguardato soprattutto l’uso di ossa in filiera animale (mangimi, alcune produzioni meccanicamente recuperate), non necessariamente la totalità degli impieghi industriali delle sostanze derivate da ossa nell’alimentazione umana. Fonte
3) L’effetto pratico su E542 (fosfato di ossa)
- Non esiste un divieto UE generalizzato che dica “E542 è proibito” per l’uso alimentare umano negli atti correnti consultabili (la lista degli additivi autorizzati e le loro condizioni d’uso è gestita dall’Unione e pubblicata nel database dei food-improvement agents). Tuttavia, le restrizioni e la diffidenza generate dal rischio BSE hanno ridotto fortemente l’uso commerciale di materiali ricavati da ossa a fini alimentari e farmaceutici, spingendo l’industria a cercare alternative. In pratica: uso molto ridotto, non una proibizione esplicita. Fonte
- Molte aziende e produttori hanno abbandonato l’E542 sia per motivi di percezione del consumatore (paura degli ingredienti animali post-BSE) sia per ragioni pratiche e normative (maggiori controlli, procedure di tracciabilità più onerose). Fonti tecniche e guide per consumatori lo indicano come un additivo raro e oggi più presente in cosmetici o integratori che negli alimenti di largo consumo. Fonte
4) Alternative e scelta industriale
Dopo la crisi della BSE, il settore ha favorito alternative minerali o vegetali per le stesse funzioni tecnologiche (antiagglomeranti, fonti di fosforo), ad esempio fosfati sintetici (E341 ecc.), biossido di silicio (E551), cellulosa microcristallina o amidi modificati. L’uso di queste alternative ha reso superfluo l’impiego di fosfati di origine ossea per la maggior parte delle applicazioni alimentari. L’UE ha inoltre ri-valutato fosfati e altri additivi (parzialmente documentato nelle richieste di dati EFSA), il che mantiene elevata la soglia di controllo su questi ingredienti. Fonte
5) Dove può ancora comparire E542
Secondo schede tecniche e siti informativi del settore, quando E542 è ancora usato lo è principalmente in prodotti non alimentari (alcuni cosmetici, dentifrici) o in integratori, più che in alimenti di massa. Questo riflette sia la cautela normativa sia la scelta commerciale di evitare possibili controversie con i consumatori. Fonte
Il ruolo della crisi BSE (“mucca pazza”)
Aggiornamento storico
Dopo l’emergenza BSE negli anni Novanta, gli ordinamenti nazionali e l’Unione Europea imposero restrizioni molto severe sull’impiego di farine di carne e ossa (meat and bone meal) nella filiera animale e introdussero controlli stringenti sull’uso di materiali ossei. Queste misure, insieme alla crescente diffidenza dei consumatori, hanno determinato una forte riduzione dell’impiego commerciale del fosfato di ossa (E542) nell’alimentazione umana.
Dopo l’emergenza di BSE (encefalopatia spongiforme bovina), nota come “mucca pazza”, negli anni Novanta, gli ordinamenti nazionali e l’Unione Europea introdussero restrizioni molto severe sull’impiego di farine di carne e ossa (meat and bone meal) nella filiera animale.
Queste misure avevano l’obiettivo di interrompere ogni possibile via di trasmissione della malattia e di ridurre il rischio di contaminazione legato ai derivati ossei.
Anche se il fosfato di ossa (E542) non è mai stato formalmente vietato nell’alimentazione umana da una norma specifica dell’UE, l’insieme di queste nuove regole e la crescente diffidenza dei consumatori verso gli ingredienti di origine animale hanno portato a una drastica riduzione del suo impiego.
Le aziende alimentari hanno scelto, in modo preventivo e commerciale, di abbandonare progressivamente l’E542, sia per evitare timori sanitari, sia per semplificare la tracciabilità delle materie prime.
Di conseguenza, oggi questo additivo è raramente utilizzato nei prodotti alimentari di largo consumo e si trova più facilmente in cosmetici, integratori o preparati tecnici.
A livello pratico, l’industria ha sostituito l’E542 con alternative minerali o vegetali — come fosfati sintetici, biossido di silicio (E551), amidi modificati o cellulosa microcristallina — più sicure e accettabili dal punto di vista etico.
In sintesi, la crisi della “mucca pazza” non ha comportato un divieto diretto dell’E542, ma ha segnato la fine del suo utilizzo su larga scala nell’alimentazione umana.
È importante chiarire che non esiste un divieto UE unico che bandisca esplicitamente E542 in tutti gli impieghi alimentari; tuttavia, la combinazione di norme sanitarie più rigide, il divieto di MBM nei mangimi per ruminanti e la disponibilità di alternative più pratiche e accettabili dal punto di vista etico ha reso il suo uso molto marginale. Oggi E542 è raro negli alimenti di largo consumo e viene segnalato più spesso in cosmetici e integratori. Fonte
Fonti principali consultate: food-info.net; Food.eu; EUR-Lex; Wikipedia; My Personal Trainer
Credits photo: dentifricio, pasticche


