La cocciniglia è un colorante ricavato dall’omonimo insetto appartenente alla famiglia della coccoidea, in particolare dalle femmine delle specie Dactylopius, Dactylopius coccus, Porphyrophora polonica e Kermes vermilio. Queste ultime furono particolarmente usate nel mondo antico prima della scoperta dell’America, dopo la quale furono soppiantate dalle specie Dactylopius diffusamente allevate in modo particolare in Messico e in Perù, il cui successivo tentativo di acclimatamento nelle zone più calde dell’Europa non diede risultati significativi. Anche per questa ragione, oltre a motivi di costi economici, l’importanza e la diffusione delle Dactylopius andò scemando a favore dei coloranti artificiali derivati dall’anilina e in genere di additivi alimentari di sintesi chimica.
L’insetto secerne un liquido molto denso e intensamente colorato che usa come involucro per proteggersi dai predatori. Questo pigmento viene estratto dal corpo e dalle uova dell’insetto, ed è largamente usato nella tintura dei tessuti, con la denominazione di “grana fine”, e nella trasformazione agroalimentare per la colorazione di bevande e derivati della carne.
Un liquore dal tipico colore cremisi ottenuto con un’altra delle specie di cocciniglia, la Kermes vermilio, è l’alchermes che prende il nome dalla parola araba al-qirmiz.
Per produrre un chilogrammo di colorante occorrono circa 100 mila insetti. La polvere ottenuta macinando il carapace degli insetti viene trattata con acqua calda per estrarre l’acido carminico (il quale può essere estratto anche da batteri modificati a tale scopo).
Esso viene utilizzato per produrre gran parte dei coloranti rossi: il più noto è conosciuto come E120.
Va però sottolineato che l’E120 ha evidenziato problemi di natura medico-sanitaria, specialmente nei minori.
Il colorante sintetico
Un altro colorante molto impiegato dall’industria agroalimentare è l’E124, sintetico, azoico, conosciuto anche come ponceau 4R o rosso cocciniglia A, formula bruta C20H11N2Na3O10S3.
Una recente normativa europea (Regolamento UE n. 232/2012 del 16 marzo 2012) ha raccomandato di abbassare le dosi giornaliere ammissibili (DGA) da 4 mg/kg di peso corporeo/giorno a 0,7 mg/kg di peso corporeo/giorno; e a questo colorante deve essere associata la frase (come da regolamento europeo 1333/2008): “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”.
Dove troviamo questi coloranti
E120: Aperitivi (Crodino), liquori (Campari), caviale, succhi di frutta, yogurt, marzapane e gelatine, in alcuni cosmetici e in alcuni farmaci. Controindicato, in quanto possibile causa di reazioni anche da contatto, nei bambini affetti da allergie o asma.
E124: Caramelle, paste, biscotti, sciroppi, bibite, dolci, gelati, ghiaccioli, marzapane e gelatine. Controindicato per chi è allergico all’aspirina e per gli asmatici. Può provocare eruzioni cutanee. Anch’esso sconsigliato a bambini, asmatici e allergici, e controindicato per chi è allergico all’acido acetilsalicilico (“aspirina”) e per i soggetti asmatici
Per legge è obbligatorio indicare gli ingredienti in etichetta: è quindi assolutamente da raccomandare la lettura attenta delle etichette.