Il vitigno Moscato bianco ha grappoli compatti di media grandezza, di forma conica, con acini molto serrati e sferici, dalla buccia color giallo dorato che tende all’ambra nelle zone più esposte al sole.
![Grappolo di Moscato Bianco d'Asti](https://blog.butastupa.eu/wp-content/uploads/2020/04/GrappoloMoscato-300x225.jpg)
E’ un vitigno antico, originario delle terre del Vicino Oriente che affacciano al Mediterraneo. Il gusto dolcemente gradevole delle uve si esaltava facendole appassire. I veneziani a partire dal XIV secolo fecero ampio commercio di questo vino aromatico, assai richiesto in Italia dove veniva chiamato “vino greco”. Nel 1500 si prende a farne coltivazione nei territori che ancor oggi lo caratterizzano: è qui che è identificato con il nome meno esotico e meno generico di “muscatellum”.
Dalle sue uve, ed esclusivamente da esse, si producono il Moscato d’Asti e l’Asti spumante. Ambedue rientrano nella generica denominazione Asti, pur essendo vini molto diversi: soltanto il secondo infatti subisce la spumantizzazione, cioè la rifermentazione in bottiglia prodotta dall’introduzione di zuccheri e lieviti selezionati.
Il Moscato d’Asti è un vino leggermente frizzante a basso tenore alcolico, di color paglierino, dal sapore dolce, aromatico e profumo intenso e persistente, con delicati sentori di frutta.
![Vitigni di Moscato nelle valli di Costigliole d'astio Immagine di vitigni di Moscato a Costigliole](https://blog.butastupa.eu/wp-content/uploads/2020/04/MoscatoCostigliole-1024x768.jpg)
E’ una delle più caratteristiche ed entusiasmanti creazioni dell’enologia italiana, destinata soprattutto ad accompagnare, nei momenti di festa, i dolci, sia quelli secchi più leggeri sia quelli alla crema. La sua dolce bevibilità e tale accostamento di gusti e sapori lo rendono unico fra i tanti bianchi di recente diffusione commerciale, quasi tutti secchi e dunque meno indicati ad accompagnare i dessert e in genere le occasioni ove si brinda e ci si delizia con torte e pasticcini.
Il Moscato, un vino Doc
Il riconoscimento Doc è del 1967; la prima Denominazione di origine controllata e garantita risale al 1993, poi modificata nel 2011, mentre la prima definizione della zona di produzione è del 1932; oggi comprende cinquantadue comuni situati nelle province di Asti, Cuneo, Alessandria. E’ la regione vinicola piemontese a sud del Po, sono i territori collinari attraversati dai fiumi Tanaro e Bormida: le Langhe e il Monferrato. I colli tondeggianti e morbidi del Monferrato, le colline langarole dalla forma allungata e dal declivio leggero, sui cui crinali corrono le strade di cresta da dove si ammirano paesaggi di vigneti a perdita d’occhio. Ma è nel terreno, privo di rocce e assai friabile, oltreché ovviamente nel sole, la ricchezza di questo vino unico e inconfondibile.
Per il Moscato d’Asti non è previsto per legge un tempo minimo di invecchiamento; è tuttavia un vino da bersi preferibilmente giovane, nel tempo di un anno, un anno e mezzo al massimo.
![Vecchia etichetta per bottiglie di Moscato d'Asti superiore Immagine di una vecchia etichetta di Moscato d'Asti superiore](https://blog.butastupa.eu/wp-content/uploads/2020/04/EtichettaMoscatoAsti-300x164.jpg)
Il Consorzio per la tutela dell’Asti sin dal 1934 si è dato il compito non solo di garantire l’origine, le tecniche di produzione e la qualità, ma anche di far conoscere e diffondere questa eccellenza in tutto il mondo. È così che, secondo gli usi della tradizione alimentare dei vari Paesi, ha preso a essere abbinato anche a cibi salati, o ricchi di spezie o di gusto più piccante.