Il noce è un albero da frutto della famiglia delle Juglandacee. Ha una doppia origine: la specie Juglans regia proviene dall’antica Persia (oggi Iran), la Juglans nigra dal Nord America. Quasi tutte le cultivar, cioè le varietà di piante coltivate sono state ottenute per ibridazione dalla specie Juglans regia, anche conosciuta con i nomi comuni di noce bianco, noce comune e noce reale: è la più importante dal punto di vista economico. Il nome del genere deriva dal latino Jovis glans che significa “ghianda di Giove”, a conferma della sua presenza millenaria nel mondo antico, dove era considerata simbolo di fertilità e fecondità.
La parte commestibile è il gheriglio, cioè il seme contenuto nel frutto (drupa), che è ricoperto da un guscio legnoso. La pianta necessita di terreno profondo, fertile e di buon drenaggio; ben si adatta a un clima con estati calde e inverni rigidi, dunque continentale.
I valori nutrizionali
Cento grammi di prodotto edibile erogano 711 kcal. Le proteine ammontano a 16,29 grammi. I carboidrati a 2,68 grammi (di cui 2,54 di zuccheri). Le fibre sono 6,30 grammi. Il sodio 5 grammi. La presenza di lipidi è notevole, quasi 70 grammi, di cui oltre 52 sono polinsaturi, in gran parte il linoleico e il linolenico che non producono colesterolo “cattivo” e sono ottime difese del sistema cardiovascolare e della membrana intestinale: gli omega-6 sono 44 grammi, gli omega-3 circa 9 grammi.
I pregi alimentari
La noce contiene una cospicua quantità di proteine vegetali, sono infatti presenti 9 amminoacidi essenziali. La vitamina A utile alla pelle e alle mucose; la E indispensabile come anti-ossidante e dunque antagonista dell’invecchiamento cellulare; le vitamine del gruppo B a garantire i pregi di una dieta spiccatamente vegetale, e inoltre regolatrici del sistema nervoso con funzione anti-depressiva. Presenti i preziosi sali minerali magnesio (di alto potere anti-stress), fosforo, calcio, potassio, ferro, zinco, rame.
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Da segnalare anche il bassissimo indice glicemico: per tale motivo ne è consigliato il consumo ai pazienti con deficit di insulina (diabete).
Va anche citata l’allergia a questo alimento relativamente comune a non pochi soggetti: per evitare shock anafilattici davvero pericolosi è opportuno leggere sempre con attenzione gli ingredienti delle preparazioni industriali.
In cucina
La noce si presta molto bene ai più svariati abbinamenti con altri cibi e sapori. Con gli aperitivi è da preferire salata. Con gli antipasti è usata per la sua presenza decorativa come tocco di raffinatezza. Dove davvero eccelle è nei primi piatti: nelle minestre e nei minestroni accoppiata ai cereali; ingrediente importante per arricchire e dare un gusto e una consistenza particolare ai sughi usati come condimento per la pasta e il riso. Nei contorni “funziona” a meraviglia nelle insalate, anche macinata e unita a olio e aceto per la vinaigrette. Così come con le mandorle, anche dalla noce si può ottenere una bevanda vegetale, chiamata impropriamente “latte”. Infine si usa nei dolci come ingrediente di base o in salsa, e inoltre nel gelato. Il frutto intero immaturo e ancora verde è la base per la preparazione del nocino, un liquore amaro e digestivo.
Nella cosmetica
L’estratto ottenuto dalle foglie è antinfiammatorio, anti-micotico e astringente, dunque indicato contro dermatiti, screpolature, prurito e arrossamenti. Il mallo (la parte esterna verde del frutto) in polvere si usa per tingere i capelli di scuro; il suo estratto oleoso è ingrediente delle creme solari che stimolano l’abbronzatura.
Le varietà
Tra quelle “indigene” la più pregiata è la noce di Sorrento, di forma ovale, appuntita all’apice e arrotondata dalla parte opposta. Altrettanto degne di rilevanza la noce Chandler, la Malizia, la Corniciola, la Noce Tardiva (o di San Giovanni), la Bleggiana e la Feltrina.
La noce pecan è originaria del Messico, è specie rustica che necessita di climi più miti, dunque la sua produzione nel nostro paese è limitata alle regioni meridionali. Da ricordare la pecan pie, torta tradizionale del Sud degli Stati Uniti, che ha come base un fondo di pasta frolla farcito di melassa (o sciroppo di mais) e noci pecan.
Noci che non sono noci
Di sapore particolarmente delicato, le noci di acagiù o anacardi si prestano a molti usi in cucina. Hanno un effetto rilassante e antidepressivo.
La noce del Brasile o noce amazzonica o sprenciolo è il frutto di una pianta amazzonica, a forma di una capsula legnosa. Oltre che in Brasile, cresce anche nel Perù e in Bolivia.
Le noci di Macadamia, originarie dell’Australia, sono ricche di minerali e vitamine che aiutano a combattere i radicali liberi, sostenendo un corretto metabolismo.
La noce di cola è il frutto di svariate specie di piante dell’Africa occidentale o dell’Indonesia appartenenti al genere Cola. È ingrediente delle preparazioni a base di cola. Ha gusto amaro; spesso usato come inibitore della fame.
La noce moscata è una spezia ricavata dal frutto della Myristica fragrans originaria delle isole Molucche. Ha azione digestiva, combatte vomito, nausea e diarrea. Diffusa in cucina come spezia aromatizzante dal sapore esotico leggermente piccante.
La noce vomica o albero della stricnina è un cespuglio che produce bacche di color arancione proveniente dall’India e dal Sud-Est asiatico. Contiene alcaloidi impiegati nella medicina omeopatica per la cura delle iper-sensibilità.
Curiosità
Lo Schiaccianoci è l’immortale balletto classico del coreografo Marius Petipa, musicato da Piotr Ilic Ciajkovski. Il nome deriva dal racconto “Schiaccianoci e il re dei topi”di E.T.A. Hoffmann. Schiaccianoci è un pupazzo di legno raffigurante un soldato che rompe le noci tra le mascelle.
“In nuce” è la locuzione latina (letteralmente: “in una noce”) ancor oggi usata con il significato di “in breve, in sintesi”; oppure per indicare qualcosa che deve ancora maturare, svilupparsi pienamente.
Crediti: Noci, Noci di Pecan, Noci brasiliane; Noci di Macadamia Immagine in evidenza: Noci e biscotti, Noci